Due poesie di Lino Angiuli

Mi faccio una poesia come dico io
nomi incontrati per caso anche in cucina
rovistando tiretti macerie spazzature
prefissi che qualcuno ha gettato per strada
parole disoccupate messe all’asta insomma
vecchi numeri per fare la prova del nuovo
me la zappetto sulla carta avanzata dagli uffici
me la poto bruciando all’aria i verbi secchi
la porto in giro accucciata nel respiro
in cambio lei mi scava mappe dentrodentro
cercando la punteggiatura che mi manca
il vuoto che fa piazza pulita allorquando
la mente nuda assapora un boccone d’azzurro.

*

Mi faccio un sogno come dico io
i contorni del corpo diluiti nell’aria donna
come lo zucchero nella tisana calda
guardare in faccia una quercia ad occhi chiusi
fino a sentirsi quercia o almeno ghianda
eccola la ricetta per scasare dal cerchio
e mettere tenda lungo i ruscelli del sangue
che dà colore alle ombre grigie pellegrine
queste si fanno avanti con borracce e tascapane
a piedi nudi le scarpe a tracolla per
togliere il rumore dal sonno degli uccelli
addetti alla manutenzione del passato remoto
e alla coltivazione del futuro interiore.

*
( da “Un giorno l’altro”)

[testi riprodotti da: poetrydream.splinder.com]

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Lino Angiuli (1946) è un poeta e scrittore italiano. Vive a Monopoli, dove ha diretto per la Regione Puglia un Centro di servizi culturali. Collaboratore dei Servizi culturali della Rai e di quotidiani, ha partecipato alla fondazione di alcune riviste letterarie, tra le quali il semestrale Incroci (Editore Adda), che co-dirige.

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